Con questa escursione continua l'esplorazione del territorio collinare compreso tra la valle del Mugnone, la valle della Sieve e i bacini del Mugello e del Valdarno fiorentino, territorio che ho definito e descritto nella scheda dell'escursione in Sambre del 14 gennaio di quest'anno.
Per quanto riguarda la geologia, tutta l'area di Monteloro è calcarea, tutte le costruzioni sono caratterizzate da belle pietre bianche e i torrenti incidono profondamente il terreno, formando borri e orridi.
Anche, anzi in particolare, in questa escursione troveremo pievi e tabernacoli, castelli, torri, ruderi e anche dismesse attività produttive, come cave e fornaci a indicare l'intensa e antica presenza dell'uomo.
Non dispongo di belle fotografie, quando ho tracciato il percorso la luce era pessima e, del resto, cercando anello di monteloro, trovate in rete molte immagini, anche se tavolta non appartenenti al territorio. Spero che ne avremo di belle nella nostra escursione.
Punto di partenza e di arrivo dell'anello è l'antico borgo di Monteloro nel comune di Pontassieve. Nel descriverlo, lascio la parola allo storico, geografo e naturalista Emanule Repetti che, nella prima metà dell'ottocento, così lo definisce e descrive nel suo Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (dal quale solitamente traggo molte informazioni e che potete consultare all'indirizzo http://193.205.4.99/repetti:/ |
Raggiungeremo Montiloro da Fiesole prendendo la strada di San Clemente, subito dopo il bivio per Vincigliata e lasceremo le auto nell'unico parcheggio del paese, da dove parte il nostro sentiero (CAI 4 direzione Mulin del piano) e a pochi metri di distanza dall'unico bar-ristorante (Orlando), dove l'escursione potrebbe concludersi con una bella merenda.
Scendiamo, con pendenze via via crescenti lungo il crinale che separa la valle da quella del torrente Sieci. Al primo punto panoramico vediamo l'Arno delle Sieci a Sud e Mulin del piano a Est, poi la collina ci nasconde la valle l'Arno, mentre puntiamo decisamente verso le case e i capannoni del Mulino. Poco prima di raggiungere il piano incontriamo sulla destra, scendendo, il bivo con il sentiero CAI 4A che permette di abbreviare l'anello di qualche km, connettendosi direttamente con il tratto di risalita verso Monteloro e saltando Mulin del piano e le Sieci. Lasciando questa alternativa ai pigri, volgiamoci verso il Mulino sovrastato da una cava dismessa alla cui base riconosciamo una fornace a calce.
Il nostro sentiero sbuca sulla tangenziale del Mulino, di recente costruzione, nei pressi dell'innesto settentrionale con la vecchia strada asfaltata che attraversa il paese. Superiamo il torrente Sieci e entriamo in paese, attraversiamo una dopo l'altra le sue due piazze in direzione Sud e, subito dopo la seconda, prendiamo a sinistra l'imbocco del sentiero GEO A. Su strada asfaltata raggiungiamo l'antica fattoria di Valiano tenendo la destra rispetto all'abitato e imboccando il sentiero che costeggia inizialmente i campi e poi punta al bosco del poggio delle Carpinete. Facendo attenzione a non perdere la strada, dal momento che la segnaletica non è qui delle migliori, e sempre puntando verso Sud (prenderemo la direzione verso Nord nell'escursione del 9 dicembre), raggiungiamo la vecchia cava che alimentava la fornace a calce delle Sieci. Volgendosi verso Mulin del Piano, prima di perdere la sua osservabilità dietro il poggio, riconosciamo la piccola chiesa a pianta ottogonale, l'antica Torre a Decima e l'eremo di Santa Maddalena dei Pazzi. Più in alto ad Ovest Santa Brigida, la Madonna del sasso e il crinale di Poggio Ripaghera che abbiamo già esplorato nelle precedenti escursioni.
Continuando giungiamo alle Sieci; prima di scendere osserviamo la vecchia fornace, ormai dismessa, dove si producevano calce, mattoni, embrici ed infine piastrelle, partendo dalla "mota dell'Arno", sapientemente impastata e cotta nei forni alimentati prima con gli scarti del bosco e poi con la lignite del Valdarno ed infine con il gasolio, in anni recenti. Per approfondire la storia di questo bel reperto di archeologia industriale, consultate il sito http://www.lostitaly.it/site/tag/fornace/.
Sempre scendendo costeggiamo il cimitero, attraversiamo la ferrovia e la stazione e ci troviamo nella piazza principale delle Sieci, intitolata alla famiglia Albizi, proprietaria della fornace.
Attraversiamo la via Aretina e visitiamo l'antica Pieve romanica di San Giovanni Battista a Remole. Prendiamo poi lo stradello medioevale, raggiungiamo l'Arno e percorriamo il lungo fiume nel senso della corrente: alla nostra destra l'antica Torre del Mea. Facciamo qui una sosta per uno spuntino ristoratore, ma leggero dal momento che ci aspetta la risalita verso Monteloro.
Riprendiamo percorrendo un tratto di via Aretina sul marciapiede che costeggia il fiume e poi attraversando la strada all'altezza del ponte con il quale la ferrovia scavalca il torrente Sieci. Ci immettiamo quindi nella prima stradicciola sulla destra in direzione Firenze, che si chiama via della fonte e con la quale, superato un sottopasso della ferrovia, imbocchiamo la seconda parte del sentiero CAI 4 che ci riporterà a Monteloro. La strada prosegue asfaltata fino a delle villette di recente costruzione, dopo le quali inizia lo sterrato, aumentando la pendenza. Prima di entrare nel bosco si oltrepassa un tabernacolo recentemente restaurato e riconoscibilissimo perchè sormontato dalla stilizzazione delle tre alture del Golgata, con la croce su quella centrale più alta. Proseguiamo senza lasciarci tentare dalla strada a sinistra del tabernacolo che prosegue attraverso i campi. Imbocchiamo a destra il sentiero che attraversa l'orrido di Gricigliano e entra nel bosco e che finalmente è ben segnato; siamo di fronte ad un bivio, a destra il sentiero CAI 4A che avevamo trovato lungo la discesa da Monteloro e a sinistra quello che sale verso Gricigliano.
Imbocchiamo quest'ultimo e risaliamo la valletta che si affaccia sull'orrido rimanendo a bacio di un bosco cupo e ombroso. Il sentiero sbuca all'improvviso lungo il bordo inferiore di una vigna nascosta, perché circondata da tutti i lati dal bosco, e poi rientra nel bosco per condurci alla grande e bella struttura del Convento di Gricigliano. Si tratta di una struttura architettonica imponente voluta alla fine del cinquecento dalla famiglia Martelli e che oggi ospita un monastero benedettino francese nel quale vengono organizzati corsi per seminaristi. E' costituita da più edifici che da anni vengono sapientemente restaurati; l'edificio principale è circondato su tre lati da una peschiera, cosa abbastanza singolare per la Toscana e sicuramente rivelatrice della grande abbandanza di acqua. Possiamo dare un'occhiata solo dall'esterno, non pare infatti possibile visitare il complesso, chi vuole può utilizzare il loro sito http://icrsp.org/accueil.htm per accedere a belle immagini.
Seguiamo in discesa un tratto della strada asfaltata di Gricigliano; sulla destra una vasca con fontana e grottesche che ricorda altri parchi e giardini del cinquecento, accanto alla quale una cascatella seminaturale lungo il corso dell'orrido. Abbandoniamo la strada e riprendiamo il sentiero, fortunatamente ben segnato, che rientra in un bel bosco luminoso con leccio, corbezzolo e altre essenze di macchia mediterranea. Il sentiero in salita punta deciso verso Monteloro che raggiungiamo in circa 50 minuti. A destra la valle e a sinistra il borro delle Falle che, come dice il Repetti, la delimita verso sud ovest.
Raggiungiamo infine le prime case di Monteloro precedute da campi ben terrazzati e coltivati a vite e olivo. A sinistra il colle che sovrasta il paese, ben servito da una strada asfaltata e illuminata; seguiamola senza cedere alla tentazione del ristorante che già si annuncia con un cartello. Giungiamo al cimitero e poi all'antica pieve romanica di San Giovanni Battista a Monteloro con la sua semplice struttura a capanna terminata da un abside, secondo un modello che tante altre volte abbiamo visto in questa zona, talvolta come in questo caso parzialmente nascosto dalle case che sono state appoggiate alla chiesa in epoche successive. A destra della Pieve i ruderi del castello dei Vescovi di Fiesole che risulta rovinato già dal 1427.
Scendiamo infine da Orlando, a pochi metri dal parcheggio. Qui ci aspetta la merenda, se abbiamo prenotato dandone preventiva informazione al capogita!
Ed infine qualche dettaglio organizzativo che mi ostino a pubblicare in fondo alla scheda informativa, in modo da indurvi a leggerla. La scheda infatti è il frutto della fatica del capogita, che ha verificato il percorso sul terreno e di coloro che l'hanno preceduto, escursionisti, storici, geografi, amministratori. La scheda vuole indicarvi le cose da vedere, stimolando la vostra curiosità e il vostro spirito di osservazione.
Percorso di difficoltà E, sono obbligatorie le scarpe da trekking, consigliati scarponcelli per avvolgere e sostenere la caviglia e i bastoncini, utilissimi nei tratti in discesa. Lunghezza 13,5 km. Non fatevi ingannare dalla traccia ViewRanger che indica 14 km, dal momento che nel registrarla ho talvolta perso la strada, un problema che voi non avrete. Data la stagione, venite vestiti "a cipolla", secondo il vostro benessere e portate tutto quello che serve per spuntini e il pasto di mezzogiorno. Portatevi l'acqua, perché lungo la strada non ne troveremo.
Dislivello totale 700 metri, ovviamente sia in salita che in discesa, trattandosi di un anello. Percorso percorribile comodamente in 6 ore, comprese le soste.
In caso di pioggia l'escursione potra essere riproposta la domenica successiva.
• Primo punto di ritrovo: ore 9:00 pasticceria Alcedo a Fiesole, davanti alla caserma dei carabinieri (attenzione a come posteggiate!)
• Secondo punto di ritrovo: ore 9:50 parcheggio di Monteloro
• Alle ore 10:00 inizia l'escursione
Per prenotare la merenda e ogni altra richiesta contattate il capogita al numero 3291868081 anche via Whatsapp.
Per motivi organizzativi dare conferma della propria partecipazione a Piero entro le ore 12 di Sabato 24 marzo al cell. 3291868081.
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